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TECH.EMOTION CLUB

Ascolto, leadership e HR: imprese sensibili nell’era human–tech

24 Settembre 2025

Viviamo un momento di trasformazione profonda, in cui le imprese sono chiamate a riscoprire la propria parte più umana. La tecnologia accelera, i modelli di lavoro cambiano, e la vera sfida non è più solo quella dell’efficienza, ma della sensibilità.

Come possiamo guidare le aziende verso una leadership che ascolta, e non solo che decide? Come trovare un equilibrio tra automazione e attenzione, tra strumenti digitali e relazioni reali? Da queste domande è nata la volontà di aprire un confronto: fermarsi un istante per riflettere su come stia cambiando il modo di lavorare, di guidare, di ascoltare.

Il 23 settembre, nella sede milanese di Carter & Benson, abbiamo vissuto una nuova serata del Tech.Emotion Club: un momento di confronto e ispirazione dedicato a chi crede nel valore della leadership e nella centralità delle persone per costruire il futuro delle imprese.

Con noi Alessandra Carra (AD del Gruppo Feltrinelli), Fabio Comba (HR Director di KPMG Italia e Vicepresidente di AIDP Lombardia) ed Elena Panzera (Senior HR Vice President EMEA & AP di SAS e Presidente di AIDP Lombardia) e Carlo Rinaldi (autore del libro Intelligenza sensibile: costruire relazioni per generare energia), , in un incontro moderato da Karin Fischer, co-founder e Board Member di Emotion Network..

La serata si è aperta con l’intervento di Carlo Rinaldi, che nel suo keynote ha saputo unire emozione e razionalità, invitando il pubblico a riflettere su una domanda ormai cruciale: come possono convivere l’intelligenza delle macchine e quella sensibile e irripetibile dell’essere umano?

Da qui il concetto di risonanza, il passaggio «dall’ego all’eco», una prospettiva che spinge leader e organizzazioni a spostarsi dal bisogno di emergere alla capacità di fare spazio all’altro. “Risuonare”, ha spiegato, significa costruire relazioni autentiche, in cui l’energia non si consuma ma si condivide, generando valore per le persone e per le imprese. Rinaldi ha invitato a superare le etichette dei ruoli e a riconoscere la sensibilità come competenza chiave della leadership del futuro. E ha ricordato che proprio la tecnologia, se usata con consapevolezza e strategicità, può restituirci tempo e attenzione per coltivare ciò che conta davvero: il benessere delle persone in azienda.

Su questa linea si è sviluppato il dialogo con Alessandra Carra, Fabio Comba ed Elena Panzera, che hanno condiviso prospettive complementari di leadership e gestione delle persone: quella di una CEO e quelle di due HR leader impegnati a tradurre la visione in cultura organizzativa.

Alessandra Carra ha raccontato la complessità di guidare un’organizzazione culturale come il Gruppo Feltrinelli, fatta di quasi duemila persone, dieci case editrici e oltre cento librerie.
Un ecosistema dove convivono generazioni diverse, con aspettative e linguaggi spesso lontani, in cui la vera sfida, ha spiegato, non è solo gestire il cambiamento, ma preservare il patto di fiducia con le persone. Perché la cultura aziendale non si costruisce nei processi, ma nei gesti quotidiani.

A raccogliere il testimone è stato Fabio Comba, che ha riportato l’attenzione sul cuore delle relazioni in azienda. “I ventenni e i cinquantenni”, ha detto, “vogliono le stesse cose: dignità, riconoscimento, crescita. Cambiano i linguaggi, non le aspirazioni.”
In un mondo in cui la tecnologia accelera ogni processo, il vero vantaggio competitivo resta umano: la capacità di comprendere, comunicare, costruire fiducia. Le competenze tecniche invecchiano in fretta, le competenze relazionali maturano. In questo contesto, creare ambienti fondati su empatia e ascolto non è solo una scelta etica, ma una strategia: è ciò che trasforma il benessere in energia collettiva – anche a beneficio delle performance e dunque dei ricavi aziendali.

Elena Panzera ha infine riportato l’attenzione sull’ascolto come competenza centrale per il futuro. Ha parlato della necessità di costruire un’architettura dell’ascolto, fatta di strumenti ma soprattutto di sensibilità e di cogliere quei segnali deboli che si manifestano nei comportamenti quotidiani — indizi di benessere o di disagio del personale che spesso restano silenziosi, ma che raccontano più di mille parole. In questo senso, la tecnologia può diventare una preziosa alleata: libera tempo e attenzione, permettendoci di concentrarci sulle persone e di costruire relazioni più autentiche e consapevoli.

Il messaggio che resta dalla serata è chiaro: la leadership del futuro non si misurerà nella capacità di controllare, ma in quella di ascoltare. Una sfida che riguarda da vicino anche la funzione HR, chiamata a farsi motore di una cultura dell’ascolto e del benessere organizzativo. La tecnologia, se orientata da questa visione, può diventare il mezzo per valorizzare ciò che ci rende davvero umani.

Perché il futuro delle imprese non dipenderà solo da quanto sapremo fare, ma da quanto sapremo ascoltare — e da come sapremo prenderci cura delle persone.